APNEA
Opera d’arte interattiva immersiva sui migranti e il mare
Photogallery: Opening Fondazione 107, Backstage in Lampedusa, Backstage in Fondazione 107
Apnea esplora la dimensione emozionale dei migranti che attraversano il mare.
Apnea propone un itinerario interiore che chiunque può riconoscere, una mappa di sentimenti e paure cartografata attraverso le tecnologie immersive interattive e l’esposizione di oggetti ritrovati in mare.
STORIA DEL PROGETTO
Apnea nasce dall’incontro tra la Fondazione 107 per l’Arte Contemporanea e la piattaforma di Interctive Media Art Officine Sintetiche che coinvolge il CIRMA, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Torino e Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione del Politecnico di Torino. In seguito si inserisce come partner sostenitore il Festival Internazionale di Andria Castel dei Mondi.
Nel maggio 2016 il progetto vince il Bando Ora! della Compagnia di San Paolo che permette di dar seguito ad una fase preprogettuale formativa e di ricerca che aveva portato alla realizzazione di un evento pubblico nel marzo 2016.
L’opera si sviluppa da un’idea di Vanessa Vozzo e viene curata da Vanessa Vozzo e Stefano Sburlati, che fin dal 2015 iniziano una ricerca sui migranti e il mare. Da gennaio 2016 Stefano e Vanessa guidano gruppi di studenti e gestiscono una complessa ricerca sulle tecnologie immersive e interattive. Da questo momento in Apnea collaborano studenti, ricercatori e docenti del Politecnico e dell’Università di Torino, insieme a professionisti esterni. Un ampio gruppo di più di 20 persone.
Tutti i contenuti audio-visuali sono stati realizzati sull’isola di Lampedusa.
L’OPERA E LE TECNOLOGIE IMMERSIVE E INTERATTIVE
In Apnea si utilizzano sistemi di interattività digitale e tecnologie immersive nell’intento di sensibilizzare partendo dal coinvolgimento personale ed emotivo di ognuno.
L’esperienza esplorativa del visitatore avviene attraverso tre momenti/ambienti che offrono differenti gradi di immersività e di interattività. Un viaggio all’interno delle proprie emozioni.
Il visitatore inizia il suo viaggio a partire da un’esposizione composta da fotografie, video, testo scritto, reperti originali ritrovati sui relitti (in particolare quello del 3 ottobre 2013).
L’acqua, il mare e gli oggetti sono l’elemento centrale dei successivi due momenti studiati per far vivere al visitatore un’esperienza individuale:
– il primo è uno spazio con una proiezione interattiva, che riporta ad una situazione immersiva nei fondali marini, spazi primordiali che contrastano con voci crude e reali. Il movimento del visitatore modifica l’ambiente audiovisuale in tempo reale.
– Il secondo è un video a 360° che permette di immergersi nei mari di Lampedusa. Qui la dimensione performativa toglie il respiro. La realizzazione ha previsto intense fasi di ricerca su riprese, montaggio, audio spazializzato e programmazione di un player specifico.